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Il Coloseum di Ibra

Zlatan Ibrahimovic non si ferma nemmeno in piena pandemia. Oltre ad allenarsi con una piccola squadra (in Svezia l’emergenza è affrontata con strategie diverse), ha inaugurato il suo quarto centro padel, definendolo con modestia, The Coloseum of Padel

di Claudio Mauri
25 aprile 2020

A Dolores, piccola cittadina vicino a Buenos Aires, un avvocato e suo figlio sono stati fermati dalla polizia per aver scavalcato i cancelli del Club Naytuel, essersi dunque introdotti in una proprietà privata e… aver scambiato quattro palle a tennis. In tempi di quarantena, la voglia di giocare può fare brutti scherzi e chissà quanti appassionati di padel hanno sognato di fare la stessa cosa. Ebbene, tra loro c’è qualcuno che non ne ha avuto bisogno perché è ormai proprietario di quattro meravigliosi club, ai quali si aggiungerà presto un quinto.

Si tratta di Zlatan Ibrahimovic, il fuoriclasse svedese attualmente in forza al Milan che ha appena inaugurato il nuovo Zlatan Zenter di Skovde, definendolo The Coloseum of Padel, con la solita modestia. Il centro si aggiunge a quelli già aperti in un paio d’anni ad Arsta (alle porte di Stoccolma), Jonkoping e Bastad, in attesa di quello di Orebro che sarà presto attivo, perché quando Ibra si muove lo fa con una certa rapidità, non solo sul campo.

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La Svezia sta affrontando l’epidemia con strategie diverse da quelle degli altri paesi eruopei e per questo è stato possibile inaugurare il centro; inoltre, è una delle nazioni dove il movimento padel è più sviluppato e quest’anno avrebbe dovuto ospitare due eventi del World Padel Tour, un torneo esibizione a Stoccolma e una tappa ufficiale a Bastad, graziosa cittadina sul mare, vicino al confine con la Danimarca che da diversi anni ospita una prova del circuito ATP di tennis. L’anno scorso, per la finale erano presenti oltre tremila spettatori. Ibrahimovic ha certamente recitato un ruolo fondamentale nella crescita di questo sport, soprattutto perché non si è limitato a praticarlo ma è diventato imprenditore, accanto all’amico Thomas Sandstrom. Ovviamente, non ha lesinato sula qualità di campi e struttura. Il primo centro è nato ad Arsta, alle porte di Stoccolma, all’interno di un capannone industriale da undici metri di altezza, nove campi (compreso un centrale), misure e standard da World Padel Tour, con grande attenzione ai particolari estetici ma anche tecnici, come l’illuminazione e un sistema di assorbimento dei rumori: «È un sogno diventato realtà – ha detto Zlatan-: il padel è uno sport che sta crescendo tantissimo e quindi è fantastico poter offrire una struttura con queste caratteristiche a tutti gli appassionati, dai principianti ai professionisti». E, come spesso accade nel Nord Europa, si è fatta grande attenzione all’impatto ambientale, quindi ai sistemi di illuminazione e riscaldamento, per offrire una experience di alto livello ai giocatori.

A Milano, ancora non ci sono immagini di un Ibra padelista e purtroppo non è nemmeno certa la sua permanenza in rossonero e quindi è difficile immaginare un suo futuro in Italia perché personaggi di questo tipo che investono nel padel alzerebbero l’asticella qualitativa dei padel club italiani, aiutando il movimento a crescere sempre più velocemente. Speriamo che tanti altri suoi colleghi seguano l’esempio, come accaduto con Demetrio Albertini e il suo CityPadel Milano di CityLife.