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Sky (Padel) Show

Alessandro Lupi è nato il 17 agosto 1979. Giornalista e conduttore di Sky Sport 24 e commentatore di gof per Sky Sport, si divide tra Milano, Roma e Sabaudia. Oltre all’attività di giornalista. Instagram e Twitter

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Sky (Padel) Show

I Campionati Europei di Roma segnano una data storica per l’intero movimento visto che saranno trasmessi in Europa da un’emittente come Sky Sport che garantisce qualità e audience. In cabina di commento, Alessandro Lupi, giocatore e titolare di un padel club. Un compito per nulla banale perché la telecronaca di padel è molto diversa rispetto al tennis.
intervista di FEDERICO MARIANI
11 novembre 2019

Il padel in diretta su Sky Sport è un chiaro attestato di interesse nei confronti una disciplina che sta vivendo una crescita tanto forte quanto rapida. Il gigante della comunicazione trasmetterà per la prima volta nella storia un evento di padel professionistico: si tratta dell’undicesima edizione dei Campionato Europei in programma a Roma fino al 9 novembre. In cabina di commento, Alessandro Lupi, appassionato giocatore e titolare di un circolo, ancor prima che telecronista (per il golf) e conduttore (per Sky Sport 24).

Com’è nata la passione per il padel?
Abitando a Roma nord ne ho subito sentito parlare, poi ha aperto il Padel Roma in via Due Ponti e io, abitando sulla Cassia, tornando a casa avevo sotto gli occhi questa cosa con scritto Padel. Sono entrato al volo con la moto e, da appassionato di tennis e beach tennis, mi sono detto che avrei dovuto provarlo per forza. Da lì è iniziata la passione e, dopo poco, ho chiesto di realizzare il primo servizio sul padel per Sky Sport perché volevo raccontare l’esplosione di questo fenomeno, al tempo prettamente romano. Ricordo che c’era un campo, quasi senza motivo, all’Aniene dove a volte giocavano i soci, ma i primi ad aver avuto l’intuizione sono stati quelli del Padel Roma.

Il padel sta ricalcando lo stesso percorso del calcetto?
Esattamente. Negli anni Ottanta e Novanta i campi da tennis in terra battuta venivano sostituiti dai campi da calcetto e ora sta accadendo la stessa cosa col padel. La differenza è che il padel può aggredire una fascia d’età più ampia: a calcetto non possono giocare tutti, a padel sì.

Che padelista è, Alessandro Lupi?
Diciamo che giochicchio. Tutto è relativo, ma me la cavo abbastanza bene. Mi rimane difficile giocare i tornei, dovendo fare la spola tra Roma e Milano. Una volta mi sono iscritto e non sono riuscito a giocare la finale per impegni di lavoro.

Come approccerai le telecronache visto che non esiste uno storico in Italia? Rischia di essere molto complicato commentare giocatori che, in alcuni casi, saranno dei perfetti sconosciuti?
È più difficile rispetto ad altri sport, ma il nostro mestiere comunque oggi è molto agevolato rispetto a una volta. Chi faceva telecronache vent’anni fa doveva fare un lavoro di ricerca enorme; oggi invece ci sono aziende che forniscono alle tv tutti i dati e le statistiche necessarie. Peccato che ancora non funzioni così col padel. Cominceremo a trasmettere da giovedì, ma io sarò presente dal lunedì per conoscere meglio giocatori e ambiente.

Nelle telecronache del World Padel Tour in lingua spagnola, a differenza di quanto avviene per il tennis, i commentatori parlano molto durante lo scambio: pensi di fare lo stesso?
Improvviseremo, proveremo a vedere come viene e, se necessario, ci correggeremo in corso d’opera. È un esperimento in quanto è la prima volta che Sky trasmette il padel. Sicuramente mi registrerò e riascolterò tutto, cosa che non faccio mai.

Pensi che a livello televisivo, il padel possa essere efficace?
Ci sono sport che peggiorano notevolmente in televisione e altri che migliorano come, ad esempio, il golf. Il padel, essendo ripreso da dietro, da questo punto di vista somiglia al tennis. Io sono di parte e starei a guardare un punto per ore, ma può darsi che a qualche telespettatore possa risultare un po’ noioso visto che gli scambi spesso sono molto lunghi.

Riccardo mentre gioca a Padel
«Ci tengo a dire che sarà una telecronaca di racconto del fenomeno in Italia e quindi non ci sarà il solito schema telecronista-spalla tecnica. Nell’arco dei tre giorni conto di portare tanta gente in diretta con noi: giocatori, spettatori, qualcuno che ha investito nel padel. Quasi fossero delle interviste con la partita in sottofondo» Alessandro Lupi

Quale spalla tecnica ti accompagnerà nell’avventura?
Sandrine Testud, ex top 10 nel tennis e che già collabora con Sky. Oltre a essere stata una campionessa di tennis, si è approcciata al padel e vestito la maglia della nazionale italiana quando questo sport era ancora in fase embrionale. Ci ho giocato e posso dirvi che è veramente una tosta. Ci tengo a dire che sarà una telecronaca di racconto del fenomeno in Italia e quindi non ci sarà il solito schema telecronista-spalla tecnica. Nell’arco dei tre giorni conto di portare tanta gente in diretta con noi: giocatori, spettatori, qualcuno che ha investito nel padel. Quasi fossero delle interviste con la partita in sottofondo.

Come si è arrivati a far trasmettere a Sky questo evento?
Questo torneo in particolare è stata una proposta arrivata dai vertici della federazione internazionale padel a quelli di Sky. In precedenza avevo fatti vari servizi, spesso legati a iniziative benefiche con protagonisti i calciatori. Però è la prima volta che tramettiamo match tra professionisti.

Dove arriverà il padel in Italia?
Non saprei, spero lontanissimo anche perché io, nel mio piccolo, ho investito aprendo un piccolo circolo a Sabaudia (Padel Club Sabaudia, n.d.a.). In realtà faccio fatica a porre limiti a questo fenomeno: c’è un solo punto dolente che però non ha impedito di esplodere anche al calcetto, e cioè che si gioca su un terreno duro che può essere usurante per tendini e articolazioni. Non vedo altri limiti: basta trovare altre tre persone per giocare, è intuitivo e molto più facile del tennis: la leva è più corta, gli spazi ridotti, una volta capito come sfruttare le pareti si corre anche meno e ci si diverte di più.

Un limite potrebbe essere la mancanza di un personaggio-campione in grado di attrare il grande pubblico?
Si tratta di una questione italiana visto che da noi il padel è uno sport molto giovane. Ad esempio, in Spagna e Argentina, i campioni sono piuttosto famosi e richiesti. Da noi è ancora presto, dal momento che non c’è ancora la figura del giocatore professionista di padel. Ma è solo questione di tempo.